Buona la Prima

Buona la Prima

Terminata la peregrinazione in mari e terre lontani, l'Ulisse comandante ritorna nella sua amata patria, e deposta la spada del vecchio guerriero, ad attenderlo ci sono i più miti servigi del cineclub.

Passata la sbornia della rutilante festa romana il cinemino di periferia di Frattocchie si ripropone con gli elementi che lo rendono unico: il rosso del vino ed il freddo della sua sala.
Cose che gli affezionati sicuramente preferiscono ai tappeti ed alle fontane rosse di topo gigio.

E' con queste premesse che il comandante è fiero di annunciare la prossima riapertura del cineclub frattocchiano.
Anche quest'anno ce la si fa! E con un obiettivo preciso: proiettare un sacco di cinema italiano.

Sarà per l'esilio forzato,
sarà xchè Tarantino ha sparato sul cinema italiano ed io voglio sparare a Tarantino,
sarà xchè non è il tempo a mancarci, siamo noi che manchiamo al tempo (l'ha detto Ghezzi non so che significa!),
sarà xchè mi piace l'italico chinotto,
sarà xchè non ci sono più le mezze stagioni ma per le tute blu l'autunno è sempre caldo,
sarà xchè la DC non c'è più ma il ceppalonico (quello che è incazzato xchè pensa che uaino' sia una parolaccia) SI,
sarà xchè Bergam, Antonioni e Edward Yang (Yi-Yi vi dice qualcosa?) sono morti ed anch'io non mi sento molto bene,
sarà xchè si diventa vecchi e le candeline cominciano a costare più della torta,
e sarà, sarà quel che sarà ... e vediamo chi indovina al volo la citazione canzoniera

 

il subcomandante

 

Cronaca di un Amore

Regia: Michelangelo Antonioni
Sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Daniele D'Anza, Silvio Giovaninetti, Francesco Maselli, Piero Tellini
Fotografia: Enzo Serafin
Musiche: Giovanni Fusco
Montaggio: Mario Colangeli
Scenografia: Piero Filippone
Costumi: Ferdinando Sarmi
Interpreti: Massimo Girotti (Guido), Lucia Bose' (Paola Molon), Gino Rossi (Carloni il detective), Marika Rovsky (Joy la mannequin), Ferdinando Sarmi (Enrico Fontana), Franco Fabrizi (presentatore della sfilata di moda), Vittoria Mondello (Matilde), Rosi Mirafiore (la barista), Rubi D'Alma (amica snob di Paola)
Produzione: Franco Villani e Stefano Caretta (Torino), Fincine (Roma)
Nazionalità: Italia
Anno: 1950
Durata: 110’


C’era qualcosa di poetico e di straordinario in quelle parole, «Thank you », che Michelangelo Antonioni pronunciò, tenendo per mano sua moglie Enrica, dal palcoscenico degli Oscar, quando ricevette la statuetta per la sua carriera. Un premio meritato, per la sequenza di splendidi film che Michelangelo Antonioni ha regalato alla cultura e alla civiltà di questo secolo. Parlando del suo lavoro Robert De Niro ha detto: «Mi ha fatto vedere la vita, non solo il cinema, in un altro modo, ha cambiato la mia percezione, il mio punto di vista ». Questa è stata la grandezza e la novità di Antonioni. Prendiamo questo film: Cronaca di un amore. Siamo nel 1950, e in quegli anni i colleghi di Antonioni stavano filmando, con il linguaggio del neorealismo, la difficile rinascita di una nazione. Antonioni cambia registro e porta i suoi occhi dentro il disagio individuale, la crisi esistenziale dei suoi contemporanei. Michelangelo Antonioni non fugge dall’analisi della condizione sociale dei suoi personaggi ma cambia punto di vista. Gli interessa entrare dentro, descrivere le ragioni di un malessere, di una crisi, di una difficoltà di comunicazione. Il film è molto bello, di grande intensità. E ha una grande modernità di linguaggio. È un’opera grande, come la fatica, la poesia e il coraggio di un grande regista.
Da Certi piccoli amori. Dizionario sentimentale di film, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 1988

L'Uomo in Più

Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino
Fotografia: Pasquale Mari
Musiche: Pasquale Catalano I
Montaggio: Giogio’ Franchini
Scenografia: Lino Fiorito
Costumi: Silvia Nebiolo
Interpreti: Toni Servillo (Tony Pisapia), Andrea Renzi (Antonio Pisapia), Ninni Bruschetta (Genny), Angela Goodwin (Madre di Tony), Nello Mascia (Il Molosso),
Peppe Lanzetta (Salvatore), Stefania Barca (Monica)
Produzione: Indigo Film, Key Films
Nazionalità: Italia
Anno: 2001
Durata: 100’

 

Napoli, 1980 e 1984: vite parallele di due Antonio Pisapia: il più vecchio Tony è un cantante di successo; l'altro è un calciatore (stopper) di serie A che vorrebbe diventare allenatore. Entrambi, ricchi e famosi, cadono in disgrazia, cercano di rialzarsi, precipitano in un abisso definitivo. Film critico sugli ambienti della canzone e del calcio, ma non predicatorio: l'amarezza prevale sull'indignazione. Conta soprattutto come ritratto di due personaggi che il regista napoletano (1970) pedina con intensità, pudore, precisione di dettagli e una finezza ellittica che va a scapito dell'efficacia – o della facilità? – narrativa. Ottimo A. Renzi, straordinario T. Servillo. 2 Grolle d'oro: sceneggiatura, miglior attore (T. Servillo). Premio Casa Rossa a Bellaria 2002.

Morando Morandini

 

La Commare Secca

1962, B/N, 98 minuti

Regia: Bernardo Bertolucci

Sceneggiatura: Bernardo Bertolucci, Sergio Citti, Pier Paolo Pasolini
Fotografia: Giovanni Narzisi
Musiche: Piero Piccioni, Carlo Rustichelli
Montaggio Scenografia: Nino Baragli
Costumi: Adriana Spadaro
Interpreti: Carlotta Barilli (Serenella), Lorenza Benedetti (Milly), Clorinda Celani ("Soraya"), Alvaro D'Ercole (Francolicchio), Giancarlo De Rosa (Nino), Gabriella Giorgelli (Esperia), Romano Labate (Pipito), Ada Peragostini (Maria), Emy Rocci (Domenica)
Produzione: Cineriz
Nazionalità: Italia

 

Bernardo Bertolucci era stato l’aiuto regista di Pier Paolo Pasolini in Accattone. Poco dopo fece il suo primo film, La commare secca, nato da un soggetto dello stesso Pasolini. Il segno di quella presenza e delle suggestioni dell’universo poetico pasoliniano sono molto forti nell’opera prima di Bertolucci. C’è la Roma delle borgate, i sottoproletari, una storia di morte e di fuga. Bertolucci sembra soffrire una dimensione che non gli appartiene, delle tinte, dei caratteri troppo forti. La sua terra è lontana, è tra le nebbie della Padana, dove tornerà con quel capolavoro assoluto e incompreso che è la prima parte di Novecento. Il suo primo film è anche attraversato dalle mille suggestioni di un cinefilo d’eccezione, di un ventitreenne colto e raffinato, capace di attingere alla cultura classica come al film giapponese. Questa dimensione ha consentito poi a Bertolucci di divenire il più cosmopolita dei nostri autori. Tutto cominciò da lì, dai pratoni di una Roma smarrita, dall’occhio incerto di una macchina da presa guidata da un giovane genio. Così, come il primo atto di una grande sinfonia, bisogna guardare questo « Ritratto dell’autore da cucciolo».


WV Da Certi piccoli amori. Dizionario sentimentale di film, Sperling & Kupfer Editori, Milano.

 

Il Caricatore

1997, B/N, 91 minuti

Regia: Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso, Fabio Nunziata

Sceneggiatura: Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso, Fabio Nunziata
Fotografia: Vincenzo Marinese
Musiche: Daniele Sepe
Montaggio: Fabio Nunziata
Scenografia: Silvia Marlotti

Interpreti: Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso, Fabio Nunziata, Vincenzo Marinese, Gianluca Arcopinto.
Produzione: Gianluca Arcopinto
Nazionalità: Italia

 

Tre amici, Eugenio, Fabio e Massimo, inseguono il sogno del cinema tra le mille difficoltà della vita. Tentano di realizzare un cortometraggio, ma con un solo caricatore di pellicola ...

Eugenio Cappuccio nasce nel 1961 vicino a Latina. Dal 1983 al 1985 frequenta il Centro sperimentale di Cinematografia di Roma dove si diploma in sceneggiatura. È assistente alla regia di Fellini in Ginger e Fred, e nel 1990 dedica al maestro riminese il documentario Verso la luna con Fellini. Nel 1995 il suo cortometraggio Il caricatore vince nella sezione Pardi di Domani del Festival di Locarno. Due anni dopo il lungometraggio con lo stesso titolo, corealizzato da Gaudioso e Nunziata, si aggiudica il Ciak d’Oro come migliore opera prima.

Massimo Gaudioso è nato a Napoli nel 1958. Laureato in economia e commercio, ha studiato sceneggiatura con Ugo Pirro e regia con Nikita Michalkov. Ha realizzato spot per la Rai e per l’Alitalia.

Fabio Nunziata è nato a Cosenza nel 1965. Ha studiato montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Ha curato il montaggio di numerosi cortometraggi di Sergio Sollima e dei due lungometraggi di Pappi Corsicato Libera e I buchi neri.