Tano da morire

Regia: Roberta Torre
Sceneggiatura: Roberta Torre, Gianluca Sodaro, Enzo Paglino
Fotografia: Daniele Ciprì
Musiche: Nino D’Angelo
Montaggio: Giogiò Franchini
Scenografia: Claudio Russo, Fabrizio Lupo
Costumi: Antonella Cannarozzi
Interpreti: Ciccio Guarino (Tano), Mimma De Rosalia (Franca), Enzo Paglino (Narratore), Maria Aliotta (sorella di Tano), Adele Liotta (sorella di Tano), Annamaria Gonfalone (sorella di Tano), Antonina Uzzo (moglie di Tano), Farncesca Di Cesare (figlia di Tano), Maurizio Testa (figlioccio di Tano)
Produzione: A.S.P. - Rai Tre - Dania Film - VIP National Audiovisual - Lucky Red - TELE+
Nazionalità: Italia
Anno: 1997
Durata: 74’

Tano da morire è il primo lungometraggio di Roberta Torre ed anche il primo musical sulla mafia. Il film riprende la storia vera di Tano Guarrasi, macellaio di Palermo per copertura, ma importante esponente della mafia; all'inizio della pellicola si assiste al suo omicidio e si ripercorrono le tappe che hanno portato il personaggio nella mafia, ma anche i rapporti con la famiglia.

Roberta Torre è nata a Milano e dopo gli studi in filosofia frequenta l’Accademia d’arte drammatica “Paolo Grassi” e la scuola di cinematografia di Milano guidata dal gruppo di Ermanno Olmi. Nel 1990 lascia la città da bere per trasferirsi a Palermo dove realizza una serie di docufilm - Angelesse (1991), Angeli con la faccia storta (1992), Le anime corte (1992), Il treno è una bestia nera (1993), Senti amor mio? (1994), La vita a volo d'angelo (1995), Verginella (1996) - che le fruttano vari premi in festival nazionali ed internazionali. Quando, nel 1997, mette in scena una commedia musicale sulla mafia, a Palermo è uno choc. «Volevo ridere della mafia, demitizzarla, utilizzare la sceneggiata, il ballo, l’opera dei pupi, per far lavorare tutti personaggi veri, presi dalla strada. Volevo anche far un po’ riflettere sui valori fondamentali del prodotto mafia, l’unico che riusciamo a esportare in tutto il mondo: basata sulla famiglia, è sempre più forte di qualunque Stato ». La fotografia è di Daniele Ciprì e le musiche di Nino D’Angelo che vinse grazie al film il premio David di Donatello per il miglior musicista nel 1998.