Sambizanga

Titolo originale: Sambizanga
Regia: Sarah Maldoror
Soggetto: Maurice Pons, Mario de Andrade dal romanzo A vida verdadeira de Domingos Xavier (1971) di José Luandino Vieira
Sceneggiatura: Mario de Andrade, Sarah Maldoror
Fotografia: Claude Agostini
Montaggio: Georges Klotz
Musiche: Ensemble ‘Les Ombres’
Interpreti e personaggi: Elisa Andrade (Maria), Domingos De Oliveira (Domingos), Jean M’Vondo (Petelo), Adelino Nelumba (Zito), Benoît Moutsila (Chico), Tala Ngongo (Miguel), Lopes Rodrigues (Mussunda), Henriette Meya (Bebiana), Manuel Videira (capo della Brigata)
Produzione: Angola-Francia 1972
Durata: 96 min

Domingos Xavier, un rivoluzionario angolano, viene arrestato dalla polizia segreta portoghese. Portato nella prigione di Sambizanga, subisce interrogatori e torture affinché riveli i nomi di altri attivisti. Il film è in gran parte raccontato dal punto di vista di Maria, la moglie di Xavier, che va in cerca dell'uomo senza capire esattamente cosa sia successo. 
Basato su un romanzo di José Luandino Vieira, che fu tradotto in francese da Mario De Andrade, primo presidente del MPLA (Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola), nonché compagno di vita della regista Sarah Moldoror, Sambizanga è una testimonianza fondamentale della determinazione e dell'importanza della resistenza coloniale in Africa. La ricerca di una donna diventa una metafora della sofferenza del popolo angolano e della sua presa di coscienza rivoluzionaria prima della rivolta del 1961 contro i suoi colonizzatori portoghesi. Il film non poteva essere proiettato pubblicamente in Angola fino a dopo l'indipendenza a causa del suo contenuto.
 
Sambizanga ha un’estetica sensuale, fatta di scene di vita quotidiana: la coppia formata da Maria e Domingos, i lunghi viaggi a piedi di Maria nella polvere, la foschia che sale dalla terra, il rapporto con il bambino portato sulla schiena e che a ogni sosta a casa di amici viene accudito da altre donne.
A Sarah Maldoror verranno rimproverate la bellezza delle immagini e quella di Elisa Andrade che interpreta il ruolo di Maria. Sarah si è sempre opposta a questo tipo di critiche e ai luoghi comuni sugli africani (poveri, ignoranti e affamati) che esse portano con sé. “Non mi interessa mostrare la povertà, preferisco cercare la poesia”, aggiungeva. La maggior parte dei personaggi del film è interpretata da militanti del Movimento Popolare per la liberazione dell’Angola (MPLA) e ciascuno di loro si esprime nella propria lingua, portoghese, lingala o kimbundu. È una scelta piuttosto audace, ma che contribuisce al realismo del film: il corso di cucito che è anche una lezione di politica, la trasmissione dei messaggi fino al carcere, la mobilitazione dei militanti e dei giovani per identificare Domingos, o le riunioni perfino quando si balla. Questo film è anche la storia di Maria e del suo risveglio politico. Il suo continuo spostarsi è anche quello di Sarah e definisce le donne della diaspora africana. Nel caso di Sarah, la complessità della sua situazione personale era accentuata dalla relazione con il compagno Mário de Andrade, che la clandestinità (era ricercato dall’Interpol) e la guida del movimento politico MPLA e della CONCP (Conferenza delle organizzazioni nazionaliste delle colonie portoghesi) costringevano ad assenze ricorrenti e a volte prolungate dal domicilio familiare.
In un certo senso si può dire che il personaggio di Maria e la vita privata di Sarah si intreccino. La coscienza politica; la lotta da sola con i suoi figli (Maria va in giro con il bambino sulla schiena proprio come Henda e io abbiamo sempre accompagnato nostra madre Sarah ovunque, mentre i figli di altri dirigenti come Cabral e Boal erano tutti sistemati in un collegio, a Mosca o a Bucarest); la morte del compagno per ragioni politiche; ma soprattutto la perseveranza, il continuo avanzare malgrado gli ostacoli. Rimarrà con noi l’ultima scena del film e il suo messaggio di speranza: “Coraggio, era nostro amico, nostro compagno, è scomparso nella notte, non lo dimenticheremo mai…”.
Annouchka de Andrade