Prima della rivoluzione

Regia: Bernardo Bertolucci
Soggetto: Bernardo Bertolucci
Sceneggiatura: Bernardo Bertolucci, Gianni Amico
Interpreti e personaggi: Francesco Barilli (Fabrizio), Adriana Asti (Gina), Cristina Pariset (Clelia), Allen Midgette (Agostino), Morando Morandini (Cesare)
Fotografia: Aldo Scavarda (assistente alla macchina Vittorio Storaro)
Scenografia: Vittorio Cafiero, Angelo Canevari
Montaggio: Roberto Perpignani
Musiche: Ennio Morricone, Gino Paoli
Produzione: Iride Cin.Ca
Distribuzione: Cineteca Nazionale - Cineteca Lucana
Origine: Italia, 1964
Durata: 112'

 

"Chi non ha conosciuto la vita prima della rivoluzione, non può sapere cosa sia la dolcezza di vivere": è la frase che racchiude il senso e il cuore del film. Non un film di eventi, di azioni, ma di sensazioni, di angosce esistenziali, di inquietudini immerse nella placida e soffocante provincia parmense, espresse a livello visivo dalle brusche interruzioni e dagli stacchi improvvisi del montaggio: insieme ai frequenti primi piani della vibrante e intensa Adriana Asti, le immagini frammentate rendono ancora più evidente l'influenza dello stile espressivo della nouvelle vague e il lavoro d'introspezione psicologica voluto da Bertolucci, che aveva solamente 23 anni quando diresse il film.

“Il ricordo di Prima della rivoluzione è proprio quello di colui che sognando desidera sognare. È considerato un pochino il manifesto del cinema giovane. In effetti eravamo giovanissimi nel ’63 quando l’abbiamo girato; nel ’64 l’abbiamo montato. Avevamo anche tutto quello che è il tormento e l’estasi del cinema d’autore, dell’autorialità. Il film è stato fatto in un’Italia che è uscita dallo shock degli anni Sessanta, dallo shock dei morti di Reggio Emilia, lo shock della rivoluzione genovese, dai portuali che occupano il centro della città. Quindi è un’Italia piena di energia politica, un’Italia che reagisce, è un’Italia nella quale il personaggio di Fabrizio, quindi in qualche modo moi-même, trova che il partito guida, quindi il partito di classe, abbia rinunciato al ruolo… utopicorivoluzionario, e c’è un’insoddisfazione, un’amarezza che è quella che troveremo poi nei movimenti del Sessantotto.
Ho capito solo molto tempo dopo che Prima della rivoluzione era un mio modo di fare i conti con la città di mio padre, Parma. In che modo fare i conti? In qualche modo, io credo, espropriandola a mio padre, facendo mie molte cose che appartenevano a lui, a partire dalla città ma anche da figure che, incontrate da me ancora in età adolescente, erano diventate un pochino mitiche e sono figure che si ritroveranno in film successivi”.
Bernardo Bertolucci, in “Cinegrafie”, 17, 2004