Voci lontane ... sempre presenti
Titolo originale: Distant Voices, Still Lives
Regia: Terence Davies
Sceneggiatura: Terence Davies
Fotografia: William Diver e Patrick Duval
Montaggio: William Diver
Scenografia: Jocelyn James e Miki Van Zwanenberg
Costumi: Monica Howe
Interpreti e personaggi: Pete Postlethwaite (padre / Tommy Davies), Freda Dowie (madre / Nell Davies), Lorraine Ashbourne (Maisie Davies), Angela Walsh (Eileen Davies), Dean Williams (Tony Davies), Jean Boht (zietta Nell), Michael Starke (Dave), Andrew Schofield (Les), Debi Jones (Micky), Vincent Maguire (George), Pauline Quirke (Doreen), Toni Mallen (Rose), Carl Chase (zio Ted), Chris Darwin (Red)
Produzione: Regno Unito, 1988
Durata: 85 min
Una famiglia operaia a Liverpool, prima, durante e dopo la guerra. Un padre di famiglia violento picchia la moglie, paziente eroina del quotidiano, e tiene in soggezione i suoi tre figli (due femmine in età da marito alle quali piace molto andare a ballare, un figlio maschio appassionato di boxe) con vessazioni di ogni tipo. Divenuti adulti, dopo che il padre, prima di morire, ha riconosciuto i suoi torti, i tre fratelli si sposano in tempi diversi, ma ognuno dei tre, il giorno delle nozze, avverte la mancanza del genitore, ricordandolo nei suoi rari momenti di umanità.
Nel mettere in scena i suoi ricordi, Davis dà vita a una complessa partitura sonora (canzoni, runori, programmi radiofonici ...) e temporale di grande suggestione, basata su quella che lui stesso ha definito "la tragicità della commedia umana".
La prima parte del film "voci lontane" è stata girata in cinque settimane a Londra e Liverpool nell'autunno del 1985. La seconda parte "sempre presenti", è stata realizzata in quattro settimane, due anni dopo sempre con gli stessi attori. Il film è stato premiato con il Pardo d'oro al Festival di Locarno 1988.
Le canzoni sono il tramite, le depositarie della memoria collettiva, l'onda musicale che apre e chiude le cicatrici comuni. Conta anche l'uso del suono col ricorso frequente all'asincronismo dei rumori, delle voci, delle musiche. Soltanto nella seconda parte il ricorso alle canzoni diventa un po' ripetitivo, ma qui emerge la profonda natura del film: il mondo vi è rappresentato dalla parte delle donne. Perciò ho parlato anche di durezza, con pudore, senza sobbalzi polemici, con dolce pacatezza il giudizio sull'universo maschile e la sua volgarità è inesorabile. Andate a vedere questo Davies. Quando ne uscirete, avrete capito meglio perché i Beatles sono nati e cresciuti a Liverpool.
Morando Morandini, 'Il Giorno', 18 Novembre 1988