L'odio

Titolo originale: La Haine
Regia: Mathieu Kassovitz
Soggetto e Sceneggiatura: Mathieu Kassovitz
Fotografia: Pierre Aim
Montaggio: Mathieu Kassovitz e Scott Stevenson
Interpreti e personaggi: Vincent Cassel (Vinz), Hubert Koundé (Hubert), Saïd Taghmaoui (Saïd), Abdel Ahmed Ghili (Abdel), Edouard Montoute (Upim), François Levantal (Asterix), Solo Dicko (Santo)
Musiche: Vincent Tulli
Origine: Francia, 1995
Durata: 95'

 

 

"Conosci la storia di quel tale che si butta da un palazzo di cinquanta piani? Ad ogni piano, mentre cade, continua a dirsi: fin qui è andata, fin qui è andata bene, fin qui è andata bene. Questo, per dire che il problema non è la caduta, ma l'atterraggio..."

L'odio è la descrizione di quella caduta: alla quale tutti assistiamo, non si sa se più impotenti che indifferenti.

In un quartiere periferico di Parigi, fatto di miseria, etnie più o meno assortite e criminalità di vario genere, soffia il vento della rivolta. La scintilla è data dal brutale interrogatorio a cui la polizia sottopone un ragazzo di sedici anni, ferito a morte. Nella lotta successiva alla cricolazione della notizia, emergono le difficoltà e le differenti personalità dei giovani che sono stati coinvolti, in particolare Vinz, Hubert e Said che seguiremo per 24 ore.

Alla maniera di Martin Scorsese di Taxi Driver, Kassovitz ha fatto un film che è insieme drammaticamente realistico e sotterraneamente surreale. L'odio aggredisce un problema sociale francese in stile americano, ma si distingue da altri racconti neri della periferia, da tanti altri banlieue-film per la sua durezza sovversiva, per la rabbia unita a svagatezza dei protagonisti, per il linguaggio gergale che imprime alla narrazione gran ritmo ed una terribile energia.
(Lietta Tornabuoni)