Kinski, il mio nemico più caro

Titolo originale: Mein liebster Feind - Klaus Kinski
Regia: Werner Herzog
Sceneggiatura: Werner Herzog
Fotografia: Peter Zeitlinger
Montaggio: Joe Bini
Musiche: Popol Vuh
Interpreti e personaggi: Klaus Kinski, Werner Herzog, Isabelle Adjani: Lucy Harker (da Nosferatu), Claudia Cardinale, Justo González, Mick Jagger, EVa Mattes
Durata: 95'
Origine: Germania\Gran Bretagna\Finlandia\USA, 1999.

A otto anni dalla morte dell'attore tedesco Klaus Kinski (avvenuta nel 1991), il regista Werner Herzog ripercorre alcuni momenti del loro lungo rapporto di odio ed amore.
I due si conoscono la prima volta nel 1955, quando sono ancora dei perfetti sconosciuti: Kinski è un attore di belle speranze, tutto genio e sregolatezza ma già vittima di incontrollabili attacchi di rabbia che lo portano ad insultare le persone e, una volta, a distruggere l'appartamento che divideva con la famiglia del regista.
Tra il 1971 ed il 1987 i due collaborano assieme a 5 film (Aguirre, furore di dio, 1972; Nosferatu, principe della notte, 1978; Woyzeck, 1978; Fitzcarraldo, 1982; Cobra verde, 1987): il documentario si sofferma spesso e volentieri sul ricordo degli episodi legati alla loro lavorazione, sui capricci e la follia di Kinski che ben si integrava con le visioni di Herzog, il quale dovette ricorre persino a minacce di morte per tenere a freno l'irruento attore.
In particolare buona parte degli aneddoti provengono dalla realizzazione di Aguirre e Fitzcarraldo, con la troupe dispersa per settimane nella foresta amazzonica e un Kinski che spaventava gli indigeni, i quali si erano addirittura offerti di ucciderlo per fare un favore a Herzog. Oltre a questi sono presenti comunque molti documenti inediti sulla vita dell'attore tedesco e molte interviste a conoscenti e partner cinematografici, tra cui Claudia Cardinale.
Lo speciale rapporto tra Herzog e Kinski si interruppe bruscamente nel 1987 con "Cobra Verde": un Kinski ossessionato dal suo Paganini (film che voleva a tutti i costi interpretare e che finì per girare lui stesso un paio di anni dopo) non risponde alle aspettative del regista che decide di abbandonarlo. Da allora, secondo le parole dello stesso regista, un Kinski consumato dalla sua ossessione finisce per spegnersi lentamente, fino alla morte avvenuta nel 1991 in America a 65 anni...

Kinski, il cui vero nome è Nikolaus Günther Nakszynski era nato in Polonia. Figlio di un farmacista di origine polacca e tedesca con delle aspirazioni da cantante lirico, e della figlia di un pastore, Kinski rimane senza padre fin dalla più tenera età, perché il padre decide di abbandonare la famiglia per seguire il suo sogno. La madre decide così d trasferirsi a in un quartiere povero e disagiato di Berlino, dove Klaus cresce. La sua gioventù viene segnata dalla guerra, si arruola nell'esercito nazista nel 1943 e viene imprigionato in un campo di concentramento alla fine del conflitto, dal quale poi sarà spedito dritto in manicomio. Nel dopoguerra, uscito dal suo ricovero nell'ospedale psichiatrico, tenta la fortuna come attore teatrale, ma poi sceglie il cinema per "far soldi più velocemente". Debutta nel 1948 con il film Morituri di Eugene York. Dopo molti lavori tedeschi trova una collocazione nel genere western-spaghetti ed in diversi B-movie italiani e spagnoli. A metà degli anni settanta comincia la collaborazione con il regista tedesco Werner Herzog, che lo vede protagonista in cinque dei suoi film, tra i migliori interpretati da Kinski. Ma Kinski diventa noto al grande pubblico soprattutto per il suo carattere difficile e per la sua eccentricità, oltre che per la sua ecletticità, che lo porta ad interpretare qualunque ruolo gli venga proposto, purché ben pagato (si vanta chiedere un onorario raddoppiato per interpretare ruoli scadenti).

Kinski è l'attore che maggiormente si è confuso con i suoi personaggi: aggressivo e arrogante sul set, ha avuto una carriera davvero fuori misura. Labbra carnose, occhi glauchi, naso affilato e una zazzera bionda che si facevano maschera della sua lucida follia e del suo disprezzo furono gli elementi che lo imposero nella cinematografia mondiale. Considerato una mina vagante, un attore ingestibile nonché strafottente, ha sfidato ogni set, regalandoci soprattutto titanici perdenti e indimenticabili eroi negativi da conquistadores a soldati, da vampiri ad avventurieri.