La Commare Secca

1962, B/N, 98 minuti

Regia: Bernardo Bertolucci

Sceneggiatura: Bernardo Bertolucci, Sergio Citti, Pier Paolo Pasolini
Fotografia: Giovanni Narzisi
Musiche: Piero Piccioni, Carlo Rustichelli
Montaggio Scenografia: Nino Baragli
Costumi: Adriana Spadaro
Interpreti: Carlotta Barilli (Serenella), Lorenza Benedetti (Milly), Clorinda Celani ("Soraya"), Alvaro D'Ercole (Francolicchio), Giancarlo De Rosa (Nino), Gabriella Giorgelli (Esperia), Romano Labate (Pipito), Ada Peragostini (Maria), Emy Rocci (Domenica)
Produzione: Cineriz
Nazionalità: Italia

 

Bernardo Bertolucci era stato l’aiuto regista di Pier Paolo Pasolini in Accattone. Poco dopo fece il suo primo film, La commare secca, nato da un soggetto dello stesso Pasolini. Il segno di quella presenza e delle suggestioni dell’universo poetico pasoliniano sono molto forti nell’opera prima di Bertolucci. C’è la Roma delle borgate, i sottoproletari, una storia di morte e di fuga. Bertolucci sembra soffrire una dimensione che non gli appartiene, delle tinte, dei caratteri troppo forti. La sua terra è lontana, è tra le nebbie della Padana, dove tornerà con quel capolavoro assoluto e incompreso che è la prima parte di Novecento. Il suo primo film è anche attraversato dalle mille suggestioni di un cinefilo d’eccezione, di un ventitreenne colto e raffinato, capace di attingere alla cultura classica come al film giapponese. Questa dimensione ha consentito poi a Bertolucci di divenire il più cosmopolita dei nostri autori. Tutto cominciò da lì, dai pratoni di una Roma smarrita, dall’occhio incerto di una macchina da presa guidata da un giovane genio. Così, come il primo atto di una grande sinfonia, bisogna guardare questo « Ritratto dell’autore da cucciolo».


WV Da Certi piccoli amori. Dizionario sentimentale di film, Sperling & Kupfer Editori, Milano.