Gatto nero, gatto bianco

Titolo originale: Crna macka, beli macor
Regia: Emir Kusturica
Soggetto: Emir Kusturica, Gordan Mihic
Sceneggiatura: Emir Kusturica, Gordan Mihic
Fotografia: Thierry Arbogast
Montaggio: Mica Zajc Svetolik
Effetti speciali: Brynley Cadman
Musiche: Brynley Cadman, Dr. Nele Karajlic, Dejan Sparavalo
Scenografia: Milenko Jeremic
Interpreti: Bajram Severdzan, Srdjan Todorovic, Branka Katic, Florijan Ajdini, Ljubica Adzovic,
Zabit Memedov, Sabri Sulejman,
Origine: Jogoslavia/Francia/Germania 1998
Durata: 120'

 

Gatto nero gatto bianco, ma in una corretta traduzione dall’originale il titolo diventerebbe “gatta nera, gatto bianco”, racconta un matrimonio riparatore (ma per motivi economici, non morali...) all'interno della comunità gitana che ancora vivacchia, libera e agitata, nelle terre dell'Europa centrale.

All'origine del film c'è un documentario su un gruppo musicale gitano, i Muzika Akrobatica, prodotto da una rete tedesca. Poi, però, le cose si complicano. Kusturica, durante i sopralluoghi, viene a conoscenza di un numero imprecisato di vicende strampalate e interessanti, come quella del nonno morto poco prima di un matrimonio, conservato sotto ghiaccio dai parenti per non rinviare la cerimonia. Da queste suggestioni ed idee Kusturiza e lo sceneggiatore Mihic traggono spunto per costruire le storie ed i personaggi di questo film frenetico, pieno di musica, di strilli, di trovate scenografiche e di animali che fanno da coro alle umane vicende.

"È un film tra l'estetica di Shakespeare e la comicità dei fratelli Marx" per usare le parole dello stesso Kusturica. Ma più che a Shakespare, Kusturica si rivela più che mai debitore della letteratura fantastica sudamericana, oltre che delle tradizioni dei natii Balcani: un Marquez trasportato in una Jugoslavia illusoriamente pacificata. Sì, perché sullo sfondo la guerra c'è sempre, se non altro nel vitalismo persino nevrotico con cui i rom tentano di affermare la propria identità, di fronte a un'Europa che non li vuole più.