Introduzione

“Segreti di stato” di Benvenuti e “Buongiorno notte” di Bellocchio presentati all’ultima mostra del cinema di Venezia, non senza sollevare qualche polemica, hanno riacceso i fuochi di un impegno sociale e politico da parte della nostra cinematografia. Ed è con queste premesse che il cineclub Frattocchie intende proporre una rassegna che ripesca i capisaldi del genere - che tra i ‘60 e ’70 ebbe il suo massimo splendore – nel tentativo di saldare un legame tra questi film ed il passato.

Ed ecco allora “Le mani sulla città” di Francesco Rosi (citato anche in un altro film inscrivibile al filone: “I cento passi” di M. Tullio Giordana), “Z – L’orgia del potere” di Costa Gravas ed “Il sospetto” di Francesco (Citto) Maselli.

A conclusione va detto che non basta trattare di temi politici per definire “politico” un film. L’uso del linguaggio cinematografico, le motivazioni dell’autore, i riferimenti critici e la consapevolezza dei necessari “tradimenti” della Storia sono elementi indispensabili per definire un film che non vuole dare verità assolute ma solo proporre traiettorie visive differenti, lanciare sguardi “tagliati” sulla realtà. E’ un fatto al tempo stesso di contenuto e di forma, è l’approccio del regista, la sua presa di coscienza nei confronti del tema trattato. Aveva ragione Jean-Luc Godard nell'affermare che il problema non è quello di fare film politici, ma di fare politicamente dei film.

Buona visione a tutti